Inizio

Non sopporto i professori che si lamentano sempre della scuola e dei presidi, non sopporto i professori che ridono sempre come se fossero su un set televisivo o che sparano battutine e battutone a ogni passo. Non sopporto i professori che abbracciano i ragazzi e li chiamano tesoro, non sopporto i professori che hanno la faccia come se gli fosse morto il gatto e guardano i ragazzi come se fossero cacchette sul marciapiede. Non sopporto i professori che sanno sempre tutto e nemmeno quelli che non sanno mai niente. Non sopporto i professori che hanno passato gli anta e si credono ancora ragazzini,  non sopporto i professori che ti dicono da almeno 5 anni che tanto loro l’anno dopo non ci saranno più perché sono in pensione. Non sopporto i professori che danno sempre ragione al preside e nemmeno quelli che gli danno sempre torto.

Forse non sopporto proprio i professori.

Mica male come inizio.

l’amor mio

Senti… amore tesoro dell’anima mia… se ti dicessi che mi fa piacere che tu non vada da solo in quella orrida barchetta con ‘sto freddo, staresti a casa?

Mah, risponde l’amor mio, se tu avessi un valido motivo.

Uhm, ho capito se ho un motivo che tu ritieni valido faresti quello che ti dico per far piacere a me. Anche il mio peggior nemico lo farebbe.

Tu sei in barchetta e non mi hai neanche chiamato per dirmi che sei arrivato ed io sai che faccio? tengo accese tutte le luci della casa. Ecco.

Ad agosto nasce poca gente, le maternità saranno vuote.

Macché – ho risposto io vecchia e antiquata- nascere si nasce sempre uguale!

Chi se la programma la gravidanza, non si programma certo il parto ad agosto, ma dopo le ferie con calma. E se la programmano ormai tutti.

Ma… mi chiedo… dei leoni in estinzione non gliene frega niente a nessuno?

Che noia fare le valigie, che ansia i preparativi… per non parlare della tensione negli aeroporti, le code sulle autostrade, l'angoscia per il tempo brutto, la depressione perchè l'albergo non è così bello come sembrava su internet e i posti non così esotici e caratteristici come gli amici ti avevano raccontato. Che noia le foto da fare… il volto sempre sorridente, la felicità che deve uscirti da tutti i pori.

Io adoro stare a casa d'agosto, con i panni da lavare e da stirare,la polvere che non va mai in vacanza. Che piacere avere intorno la macchina del caffé che non funziona, la vasca che perde, i vasi con i fiori morti sul davanzale. E qualche essere vivente adulkto che ti gira intorno come uno zombie e non trova mai niente di meglio da fare che dormire in qua e là per casa. Sai che potresti finalmente imparare a cucire con la macchina, fare qualche golfino delizioso, darti alla fotografia, leggere quei libri che hai sul comodino. ma quello che ti rende davvero soddisfatta è sapere già da prima che anche questa volta non farai nessuna di queste cose.

E se sono sola e mi annoio un po' posso sempre guardare le puntate del dottor House in streaming o mettermi a pingere, così, tanto per fare, magari perché il frigo è vuoto, o la piantina dei peperoncina è morta stecchita o perchè sono vent'anni che non imbianchiamo la casa, o perchè mio marito ha ripreso a fumare il sigaro, perchè un amico non ti ha capito. Un motivo si può sempre trovare, basta cercare bene nel passato o nel futuro.

Love is…

Disordine è avere dodici fornellini per le zanzare che ti sono capitati tra le mani mille volte ma quando ne hai bisogno non ne trovi neanche uno.

Disordine è metter via tutte le circolari, i moduli, le schede che ti serviranno durante l’anno e al momento opportuno doverle fotocopiare dalla collega.

Disordine è avere tanti amici ma mai nessuno che venga da te quando ne hai bisogno.

Disordine è avere mille idee ma non riuscire a realizzarne nessuna.

Disordine è avere il telefono, la cinepresa, la macchina fotografica, il video registratore e non saperle usare.

Disordine è dimenticarsi di mangiare a colazione e arrivare all’ora di pranzo che ti mangeresti un bue.

Disordine è dimenticarsi degli impegni dopo che te li sei scritti su tutte le agende.

O fatemi l’elogio del disordine se vi riesce.

Impegni di fine anno

Sembra facile dire scrutini. Banale addirittura inserire i voti. Fare le medie una bazzecola. E invece no: nient'affatto. Se lo pensate, ve lo devo dire, siete proprio degli sprovveduti.

La media in statistica è qualsiasi numero compreso tra il più piccolo e il più grande. Figuratevi: si può fare la media aritmetica, geometrica, quadratica, perequata. Tanto per dirne alcune. Io non la faccio proprio così non snaglio. Ma per la serenità dei miei studenti (alias studentesse) ho passato la mattina a fare medie, anzi a farle fare a loro. Risultato: l'anno prossimo devo insegnare loro ad usare la calcolatrice. Così rasserenate dalle loro stesse medie si sono messe l'animo in pace.

Per inserire i voti devi avere la pssw, il nome utente, un computer che funzioni e tanta pazienza. Incrociando le dita perché non si interrompa il collegamento con il sito che funzionatantobenema.

Il qualche scuola si portano i voti come stanno: 5+, 4-,5/6 per poter poi vedere insieme com'è la situazione. Pro: non si creano situazioni sbilanciate in partenza. Contro: ci vuole un visibilio per risistemare i voti al pc. in altre scuole si portano i voti interi, già aggiustati dai prof. Pro. si fa molto prima a fare gli scrutini. Contro: spariscono senza lasciar traccia gli aiuti nelle singole discipline. Io quest'anno ho fatto un misto, così non ci capisco più niente nemmeno io.

Scrutini… beh … quelli non si possono raccontare, segreto professionale.

casa casetta casino

Immagina la libertà di una casa senza mura…

immagina la libertà di un gioco senza regole…

Io immagino ma mica mi piace tanto: che casa è una casa senza mura? Sarà una piazza, un prato, uno stadio… che ne so… forse vi darà pure una sensazione di libertà ma se dovessi fare pipì popò papà… mi sentirei molto più libera avendo delle mura intorno. Ed anche se piove, nevica, fa troppo caldo o troppo freddo.

E se immagino un gioco senza regole mi vedo solo un gran casino. Che si chiama libertà adesso il casino?

Rompiamo il ghiaccio…

Magari non quello del lago di Saint Moritz dove tutti ci camminano tranquilli ma vicino ci sono i salvagente per la gente che… rompe il ghiaccio.

Rompiamo il ghiaccio con la scuola nuova, dicevo. stamani mi sono presa una bella arrabbiatura: la prima in quelle mura. E mi sono arrabbiata pure con mio marito. L'ultima di una lunga serie. Che c'entra mio marito con la scuola?

Vi racconto tutto stile beatiful lab ( immaginate le immagini): profemate il 22 dicembre, ultimo giorno di scuola, getta il guanto e  non si alza dal letto; gli studenti che non ricevono i compiti per le vacanze gioiscono; il medico di profemate rilascia regolare certificato; profemate chiede a suo marito di consegnare, come protocollo richiede, il certificato alla segreteria della scuola pregandolo di fare una fotocopia prima; sbuffando il marito consegna; profemate controlla a parole la consegna; e tutti transitarono verso il Natale felici e contenti  . Stamani il segretario chiede a profemate il suddetto certificato; profemate ytelafona al marito che si incupisce e dice di non sapere a chi ha consegnato il certificato ma assicura di averlo consegnato; OVVIAMENTE niente fotocopia. Profemate ritorna in segreteria e chiede di cercalo dicendo che capita anche a lei ma…, la situazione precipita: una donna non meglio identificata dice che loro non hanno mai perso un certificato; profemate diceche da oggi non possono dirlo più; la donna riprende e dice che sì lo dic ancora; profemate le domanda: forse non mi crede? No non le credo risponde la donna. Profemate sente il sangue avviarsi al cervello e si avvia dal povero preside che è a mangiare al suo tavolinetto al bar e gli riversa contro tutta la sua rabbia verso la segreteria e verso suo marito che OVVIAMENTE non le da mai retta. Il povero preside dice di non preoccuparsi temendo per la salute mentale di profemate e tutti vissero felici e contenti. ma profemate ripensa alla  donna e a suo marito e gli telefona dicendogli di andare a controllare chi era la persona alla quale aveva consegnato il certificato che non le andava di passare da scema e rinfacciandogli ancora una volta che non fa mai quello che lei le chiede come lei glielo chiede.profematemarito si arrende e dice che ci penserà lui. profemate tace ma rabbrividisce: queste parole sono auspicio di terribili nefandezze. Mal voluto non è mai troppo.

Notae notarum

Ebbene sì, l'ho fatto di nuovo. Lo so che non serve a nulla, sono consapevole che è l'atto supremo di resa all'istinto o la dichiarazione di incapacità di far intendere e volere, ma l'ho fatto ancora. E non solo una volta in un giorno: due.

Mi ricordo come se fosse ora la mia prima volta: anzi non ricordo proprio la prima perché immediatamente ne abusai, ne diventai dipendente, non riuscivo a farne a meno. In realtà la colpa fu, come molto spesso accade, della cattiva compagnia: se sei molto giovane e sei in un ambiente nuovo soprattutto. Scrivevo note in prima, e poi in seconda, e infine in terza. A chi chiacchierava, a chi non aveva fatto i compiti, a chi disturbava i compagni, a chi dormiva. Qualche volta le scrivevo anche a chi stava buono per avvisare i genitori che suo figlio, stranamente, stava zitto in classe. Ma un bel giorno mi accorsi che così non andava: questo metodo usato e abusato da tutti in quella scuola non dava affatto i frutti sperati. La questione mi fu evidente quando vidi studentepiccoletto discutere con studente spilungone su chi aveva avuto più note, distinguendo con punteggi diversi quelle sul registro da quelle sul diario da quelle sul quaderno: forse il punteggio cambiava anche per i professori che le avevano assegnate, adesso non ricordo proprio bene. Fatto sta che se ne gloriavano. Quella mattina non misi note ma il pomeriggio a casa presi due buste bianche e due fogli da lettera che ancora circolavano per la casa e scrissi sopra qualcosa che assomigliava molto ad una nota ma che non lo era, conclusi chiedendo una risposta scritta e un appuntamento e scrissi sulla busta i nomi dei genitori di studentespilungone e studentepiccoletto.

Entrando a scuola mi affaccia alla porta della loro classe e consegnai ai due ragazzi le lettere per i loro genitori, per poi avviarmi calma e tranquilla nell'aula accanto. Dopo la prima campanella profdimusica mi venne a cercare per chiedermi cosa avevo fatto ai due ragazzi che, invece di far confusione e dar fastidio come al solito se ne erano stati in silenzio per tutta l'ora . e li aveva pure visti piangere.

Niente- risposi- gli ho solo scritto una nota su un foglio da lettera invece che sul diario.

Da quel giorno avrò scritto sì e no quattro note. E sempre su cose diverse. Quella di martedì l'ho scritta sul quaderno di latino, per esempio.