c’è la luna oggi

E’ una giornata che sei qui. Ti senti viva per inerzia. O per fede. Ti senti viva come un bimbo. Non importa quante rughe hai, né se la pelle è avvizzita, e nemmeno se i turbinati sono ingombri.

Sei qui e ti godi il mal di schiena, il respirare con la bocca, lo stomaco che borbotta. Sei qui e ti godi il riposo, i panini croccanti con l’uvetta che ti sei fatta da sola con il lievito madre.

Domani aprirai un nuovo blog per la classe: un nuovo tentativo destinato a fallire. Alla mia età non importa: i fallimenti alle mie spalle sono tanti, non si contano più. Alla mia età puoi adattarti a fallire. non dipendi dalle vittorie. Se Dio vuole. Puoi concederti di ammettere che non sei niente di che.

Puoi essere felice essendo niente di che: che scoperta! Puoi far del bene senza essere niente di che. Se fossi un niente di che nelle mani di Dio, non avrei bisogno di altro.

Ma io sono un niente di che nelle mani di Dio.

E ti lamenti?

Ieri mio marito in mezz’ora ha riaggiustato le tende del salotto che adesso scorrono alla perfezione. E ti lamenti? direte giustamente voi cinque in coro.  No che non mi lamento. Come potrei lamentarmi se glielo chiedo solo da 15 anni. L’omino fumatore della terrazza di fronte sa tutto di noi ormai. Poveretto, sarà assai dispiaciuto di aver perso la visione della mia famiglia strabaccata sul divano.

Qui l'è un gran casino. Tutti a traslocare di qua e di là, io che mi perdo tutte le password, gli username che vengono venduti a caro prezzo perché quelli migliori, si sa, sono già tutti occupati. Stavo per chiamarmi 'misonrottalepalle' ma poi ho pensato che non si dice. Insomma, non so più nemmeno come mi chiamo e dov'è la mia casa. Senza contare che sto per rivedere persone che non vedo da trent'anni e delle quali mi importava poco anche trent'anni fa. E mi sono appena accorta che ho le rughe asimmetriche. E questo mi fa davvero andare nei pazzi.

Sono stufa di non farmi capire. Sono stanca di sentirmi urlare per farmi capire. Riuscissi a stare zitta. Riuscissi a parlare con tono soft  e bonario mentre penso il contrario di quello che dico. Non mi sono mai piciuti i finti buoni. Capisco che la gente intorno a me si allontana quando faccio la voce grossa. Riesco a leggere nei loro occhi e nelle loro spalle cosa pensano di me.Non mi piace la gente che urla ma non riesco a non urlare. Magari in America potrei andare a fare un corso per la gestione delle urla. Secondo me esistono.

Radicali e maghetti

Prof… perché 5 alla seconda è uguale a venticinque quarti?

profemate guarda sorpresa la sua alunna e riguarda la lavagna dove c'è scritto: radice quadrata di cinque è uguale a radice quarta di venticinque.

Rivolge il suo sguardo attonito all'alunna che 'ripete': sì prof, non ho capito perché cinque mezzi è uguale a venticinque alla quarta.

Ragazze, sospira profemate, prima o poi vi capiterà di andare a vedere Harry Potter in costume.

Bloggammo

Qualche anno fa, quando questo blog era popolato e il bello era tutto nei commenti, un mio studente, uno dei pochissimi che sapevano di questo posto, mi chiese: Ma lei che farebbe prof, se non avesse tutti quei commenti, (che non erano neanche tanti,ndr) tutta quella gente che discute nel suo blog? Certamente non scriverebbe più. No, gli dissi, no… scriverei sempre perchè mi rilassa scrivere, non mi importa il numero dei commenti. E infatti, non mi importa il numero dei commenti: mi manca tantissimo però quella voglia di discutere, di scherzare, di comunicare, di conoscersi che c’era nei commenti Ero diversa io. Giravo per blog curiosa di conoscere e di farmi conoscere, sparando le mie sentenze di qua e di là, pretendendo di capire da un post l’animo di chi lo scrive. E pensando di meritarmi per questo la sua amicizia. Adesso scrivo ancora perché mi rilassa, E basta.

Sfogo sgrammaticato pomeridiano

Cosa c’è di più noioso ed ingombrante di una donna piagnucolosa che si lamenta che le cose non vanno?

Lasciatemi, però piagnucolare un po’ qui: chiedo scusa ad amici e sconosciuti. Comincio: ultima possibilità di abbandonare la nave, il post, il blog, fate voi.

 Ho discusso con gli studenti, mi sono lasciata affliggere dalla loro demotivazione, ho fatto confronti con gli studenti degli anni passati, mi sono lasciata invadere dalla malinconia e dalla sensazione angosciante di stare su una strada dove non vedo dove sto andando e neanche riesco a frenare ma so solo che sono su una scogliera e giù, in fondo al dirupo c’è il mare, mi sono lasciata afferrare dalla sensazione quasi di pace quando ti accorgi di essere già caduta giù nel vuoto dove non hai più da affannarti perché non puoi fare più niente per fermare la tragedia. ho incontrato in mezzo alla mia tristezza una donna su una carrozzina senza le due gambe e mi sono sentita un verme. E subito dopo, un’altra raccontava al venditore ambulante che le era morto il marito dopo 4 anni che era infermo, e poi il figlio e adesso il genero aveva abbandonato la figlia. E mi sono sentita ancora un vermiciattolo strisciante. Ho scoperto che le mie colleghe non stanno bene con me, che i miei familiari non stanno bene con me che, insomma se prendessi una controfigura non se ne accorgerebbero neppure. Io con me non ci sto malissimo, e neanche con gli altri: che ci posso fare? ma non ci sto nemmeno benissimo e sempre mi manca un pezzetto per essere contenta, che ci posso fare? e davanti ad una cosa bella sempre mi accorgo del particolare che la rende imperfetta: che ci posso fare? E ho scoperto che l’anno scorso ho sbagliato a fare la domanda di trasferimento che magari se l’avessi fatta bene non sarei stata quest’anno in quella scuolaccia che non sopporto più. Mi ricordo com’era tanto tempo fa, gli studenti che mi pare mi abbiano voluto bene e quelli di adesso invece… e mi si stringe il cuore che ci posso fare? E lo stesso stringimeno mi prende quando guardo le altre cose della mia vita e allora mi devo distrarre altrimenti mi innervosisco. E poi mi innervosisco perché mio marito fa come se non esistessi e tutti fanno come se non esistessi. E mi incazzo perché mi incazzo, invece di trovarmi un amante o di fuggire  in Australia. e sono andata a confessarmi ma si vede che i preti hanno di meglio da fare ed ora che il vecchio prete è morto non hanno più l’orario delle confessioni: non si sa quando ci si confessa… anche se lei è un prete e potrebbe farlo ora no? E vorrei fare bene mille cose invece faccio il riso freddo al pomodoro e mi viene uno schifo. E non riesco a rimettere a posto la mia camera, figurati la mia vita. E lascio che gli altri mi dicano cose che già so ma che non capisco. E rimango qui a chiedermi se la realtà la sto accettando o se sono ferma immobile di fronte ad essa perchè mi sento impotente. e se mi sento impotente come faccio a non sentirmi più così visto che l’esperienza degli ultimi dieci o dodici anni conferma questo pensiero?

E mi chiedo se i problemi non esistono e me li creo io o se i problemi ci sono e solo io li vedo. E mi hciedo come fa la gente a sopravvivere perché per me, che non ho grossi problemi, è così difficile ed arduo e cosa dura. e sono stata a chiecchierare venti minuti sotto il sole cocente davanti ad una scuola ormai vuota in un parcheggio deserto con un signore di una certa età che mi ha raccontato della sua maestra di quarta elementare, e mi ha detto il suo nome e il suo indirizzo di Roma, quello che gli aveva dato lei quando si era trasferita dalla città della Campania dove insegnava, e mi ha raccontato che camminava per chilometri per andare a scuola, anche in mezzo alla neve e quando tornava doveva zappare la terra e all’ora di cena i suoi lo chiamavano e i compiti li doveva fare ascuola mentre glieli davano perchè non aveva altro tempo ma era bravo soprattutto a matematica e sapeva la geometria, e poi mi ha detto che la vita no, non è un mistero è un dono di Dio e bisogna viverla ed io mi sono sentita cretina perché sono stata venti minuti sotto il sole a chieacchierare con un signore forse un po’ fuori di testa e perché a volte io la vita faccio fatica a volerla vivere.

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