Sempre storie di bicchieri

Domenica sentii al volo un commento alla televisione sull’omelia del Papa a Praga. Esattamente come è scritto su la Repubblica.it. Mentre continuavo a fare le mie cose pensavo che senza Dio tutto è ambiguo, anche l’amore per i figli, anche l’amore per tuo marito, anche la voglia di riuscire nella vita, anche il desiderio di adottare un figlio. Perché, senza Dio tutto, anche la cosa più bella e buona del mondo, può scivolare nel desiderio di possesso, nella pretesa sulla vita degli altri, nella violenza. E così l’ho scritto.
Ieri, girellando per blog di amici mi sono trovata nel blog dell’Oste volante e mi pare che questo post sia un ottimo seguito alla mia frasetta. E ha toccato proprio un punto scoperto: il mio vedere sempre mezzo vuoto.

E sono andata a cercare su web il testo integrale dell’omelia. E ho capito che scegliere un titolo e non un altro non è roba da niente: guardate ad esempio Radio Vaticana: "Riscoprire Cristo, unica speranza dell’umanità"

Qui il testo integrale dell’omelia.

Quando tutto ciò che hai costruito crolla

quando il bicchiere  lo vedi completamente asciutto

quando ti sembra di non avere nemmeno le parole per chiedere aiuto

quando non hai energia per muovere un passo e hai davanti un ostacolo insormontabile

quando come ti muovi ti senti affondare sempre più nella merda

quando ciò al quale credevi di sorreggerti, ti si sgretola tra le mani facendoti cadere

… l’unica possibilità di non disperarti è vedere la mamma lì accanto! ;-P

rosse mano bocca

Cassandra

Ho pianto, ho gridato, ho urlato. Niente. Che gli dei mi perdonino. Non ho adempiuto al compito che mi era stato assegnato. Non sono riuscita ad aprire gli occhi, a spalancare le menti, a mettere in moto le loro braccia e le loro gambe. Sono una donna inutile… che vede e non riesce a far vedere. Non ho difeso la mia città. Che gli dei mi perdonino.
Quante volte avrei voluto non vedere, non sapere. Quante volte ho chiesto agli dei: Perché? Perché? Perché mi avete dato questo dono di vedere se non riesco a muovere, a convincere, a squarciare l’oscurità degli uomini? Quante volte avrei voluto tacere… ma come avrei sopportato la colpa di cose sapute e non dette?
Ho creduto che le  parole portassero con sé la sventura, che fossero causa dell’avverarsi delle sciagure che preannunciavano… ma è possibile che gli dei seguano le parole di una povera donna?
Come sono entrata in questo buio non lo so. Non una fessura, una porta, uno spiraglio. Solo buio e gelide mura contro le quali ho sferrato colpi fino a ferirmi ed ho sentito il sangue caldo scorrere sulla mia pelle. Adesso non corro più, non grido più. Non so neanche se esisto più.
Domani mi chiederanno ancora.
E ancora io parlerò.
E ancora una volta nessuno mi crederà.
Che gli dei mi perdonino.

Buon Natale a tutti

La vita di ciascuno di noi, quella piccola, quotidiana, semplice, quasi nascosta, nasconde mille sconfitte

Quello in cui abbiamo posto speranza sembra crollare sotto i colpi di un nemico invisibile.

Perché accade tutto questo? Ci chiediamo ogni volta che guardiamo la nostra vita o ascoltiamo un tg o leggiamo un giornale, andando oltre la superficie colorata e lucidata a dovere.

Io credo che la risposta sia nel fatto che il mondo ha dimenticato Dio, si immagina padrone e signore della vita propria e altrui.

Ma anche io sono scandalizzata dalla piccolezza apparente con cui Dio entra nella vita dell’uomo, adesso  come al tempo di Gesù.

A Natale parlatemi di questo, non nascondiamo dietro le luci colorate e i pacchi dono, gli alberi e gli angioletti, le nostre domande, il nostro grido al mistero perché si manifesti.

Don Juliàn Carròn ha scritto una lettera alla Repubblica su Il Natale e la speranza pubblicata oggi.

E’ come se avesse preso il mio balbettio e gli avesse dato voce.